Ancora su competenze tecnologiche e professionalità docente – di Marco Guastavigna (pubblicato sul numero 5/2002 di Insegnare)
Ho già ragionato sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) come elemento costitutivo della cittadinanza intellettuale[1]. Le considererò ora come occasioni di facilitazione e potenziamento dell’opera di mediazione culturale degli insegnanti e rifletterò rapidamente anche sulla relativa formazione, su cui molto si è speso e molto ci si propone di investire. Questo complesso processo deve infatti, a mio giudizio, introdurre in modo ordinario, organico e diretto le TIC nell’insieme delle attività didattiche, non aggiungere nuovi “oggetti di apprendimento” al percorso curriculare, non risolversi in una nuova disciplina che declini autoreferenti competenze tecnologiche per gli allievi. Il rapporto tra profilo professionale degli insegnanti, TIC e iniziative di formazione non può essere ridotto né al syllabus della Patente Europea del Computer (modello limitato all’automazione d’ufficio e quindi non comprensivo di numerosi software di grande interesse per la didattica e per il successo formativo), né tanto meno a una preparazione genericamente “tecnica”, che confida che l’accumulazione delle differenti funzionalità operative offerte dai programmi e dei loro funzionamenti, sia in grado di alimentare riflessioni utili sul piano cognitivo e pedagogico. Si deve piuttosto ricorrere a un’impostazione multifattoriale, che definisca e sviluppi competenze d’uso didattico delle TIC consapevoli e professionalmente significative. Propongo qui di seguito alcune sintetiche riflessioni in questa direzione.
Competenze d’uso didattico delle TIC
Saper usare le TIC su base veramente pedagogica significa in primo luogo saper selezionare gli ambienti di lavoro da proporre agli allievi non sulla base di una -spesso presunta, ancor più spesso effimera- maggiore o minore "evoluzione tecnologica", ma in funzione della loro effettiva significatività e autentica congruenza con i diversi obiettivi e contesti formativi. Questo significa che alla conoscenza delle procedure di installazione e di manutenzione dell'ambiente di lavoro, all'apprendimento della sua architettura funzionale, alla lettura e consultazione della relativa documentazione, vanno affiancate la progettazione e la realizzazione di percorsi didattici funzionali alle varie situazioni di apprendimento. Agli insegnanti devono pertanto essere offerte occasioni di formazione permanente, non certo addestramento “una tantum”. Simmetricamente le attività di supporto e di consulenza[2], relative sia all’attività didattica sia alla costruzione/selezione di percorsi formativi, devono essere centrate sul “senso”, sui modelli operativi e cognitivi proposti dagli ambienti digitali e sulla loro “spendibilità” per il successo formativo.
Uno “stile” per la formazione degli insegnanti
Perché sia davvero efficace, la formazione degli insegnanti dovrebbe essere ricondotta il più possibile a un’impostazione unitaria, che da una parte riprenda l’appena affermata esplicita centralità del senso didattico e dall’altra riconduca a una visione comune ottimizzi e razionalizzi le differenti competenze d’uso delle TIC presenti nelle varie scuole,.
Ciascuna esperienza formativa dovrebbe quindi:
a. aprirsi con un'esperienza intellettuale con un "modulo di lavoro" delle TIC, centrata esplicitamente su sensi, scopi, rapporti con il contesto di riferimento;
b. proseguire con un’esplorazione analitica delle potenzialità del modulo di lavoro descritte in stretto riferimento al contesto di destinazione e uso;
c. prevedere ulteriore "esercitazione" tecnica;
d. proporre la progettazione e/o l'adattamento di attività specifiche (per esempio di progettazione didattica) per la verifica della comprensione e della consapevolezza;
e. garantire l'assistenza e il tutoraggio di colleghi e di altri esperti nelle fasi successive.
In rete, per approfondire
Patente europea del computer (ECDL) |
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Modelli di competenze nelle tecnologie di comunicazione – Insegnare 10/97 |
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Sul rapporto tra TIC e contesto formativo |
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Possibili figure di consulenza e supporto |
[1] Cfr. “Guastavigna M., “Competenze tecnologiche e professionalità docente”, Insegnare, 1, 2002
[2] Mi riferisco per esempio ad alcune figure obiettivo di area 2; in futuro si potranno definire precise articolazioni della funzione docente.