Le “mappe informative”: modelli logico-operativi, differenze, possibili integrazioni nel percorso formativo

- di Marco Guastavigna – pubblicato in Informatica e Scuola, 2/2004

 

Si è appena resa disponibile la versione italiana di CMapTools®, programma per l’elaborazione di mappe concettuali, tematica a cui più volte questa stessa rivista ha dato ampio e meritato spazio. Più in  generale, il progetto ForTic[1] ha molto insistito su questa metodologia, ed essa è oggetto anche della formazione sul DM 61 rivolta agli insegnanti della primaria e attualmente in piena attività. La scuola italiana a un primo sguardo appare pronta a introdurre in modo ampio e significativo le strategie per la rappresentazione della conoscenza nei percorsi formativi.

In realtà, se si scava sotto la superficie, la situazione non sembra affatto così positiva. La tesi per cui ho scritto questo contributo in verità è assolutamente opposta, quasi provocatoria: nella scuola italiana attualmente le mappe concettuali sono in realtà a mio giudizio una rappresentazione della conoscenza “a rischio”.

I rischi che ho individuato, osservando da vicino la realtà della discussione e dando uno sguardo agli ormai numerosissimi esempi di mappe che circolano su Internet[2], sono fondamentalmente due, ovvero che le rappresentazioni della conoscenza vengano banalizzate e che diventino una “moda” didattica. Molti credono che le mappe concettuali siano uno strumento di rappresentazione di tipo grafico, con cui l’insegnante prepara per gli allievi una rapida sintesi di contenuti altrimenti esposti; altri che siano un modo per far celermente sintetizzare agli studenti parti del libro di testo o simili. L’elaborazione di una mappa concettuale, invece, non è mai un processo cognitivo veloce. Pensare questo significa illudersi (e illudere) profondamente.

Le mappe concettuali, nel senso che a questa espressione danno J. Novak e la sua scuola, sono una rappresentazione della conoscenza di matrice costruttivista e presuppongono un contesto didattico di tipo costruttivista a sua volta. Sono state concepite in stretto collegamento con la teoria dell’apprendimento significativo di Ausubel e sono quindi quanto di più lontano si possa concepire dalla lezione frontale, dai suoi surrogati e da tecniche per lo studio rapido, nella triade cognitiva costituita dai campi di conoscenza, dall’allievo come soggetto che apprende, dall’insegnante come mediatore culturale. La logica proposizionale delle mappe concettuali e la precisione con cui vanno distinti e “etichettati” i concetti e soprattutto le relazioni, fanno inoltre sì che il loro processo di elaborazione sia necessariamente complesso. Si tratta infatti di costruire significati, attraverso processi di decostruzione e ricostruzione sempre profondi e spesso lenti

Una certa parte dell’editoria scolastica ha poi dato il suo contributo alla scarsa chiarezza: alcuni di noi credono di lavorare con le mappe concettuali, ma in realtà stanno utilizzando schemi e diagrammi a blocchi. Altri, spesso perché si sono imbattuti in programmi digitali come MindManager®, pensano di elaborare mappe concettuali, ma stanno in realtà producendo mappe mentali. Alcuni, infine, hanno conosciuto gli ambienti digitali utili per la loro elaborazione e pensano di aver compreso in modo compiuto quale sia il modello logico-operativo e quali siano le implicazioni e le potenzialità cognitive e pedagogiche delle mappe concettuali, perché hanno imparato ad usare qualche software, magari anche più di uno.

 

A mio giudizio, è pertanto più che mai necessario ricostruire un linguaggio comune e soprattutto riesplicitare e condividere le basi teoriche. In particolare, è necessario comprendere a fondo e dal punto di vista sia logico sia operativo cosa differenzi mappe concettuali, mappe mentali e schemi. Questo articolo si propone di essere un primo contributo in questa direzione; sono pienamente consapevole della complessità dell’argomento e del fatto che qui non posso che accennarlo: rimando quindi a http://www.pavonerisorse.it/cacrt/mappe/bibliomap.htm, dove sono presenti indicazioni bibliografiche e altri approfondimenti, tra cui due percorsi di autoformazione che consiglio a chi si accostasse per la prima volta a questa tematica[3].

 

Nel modello delle mappe mentali:

-          i nodi si sviluppano a raggiera a partire da un argomento centrale,

-          la logica è associazionista,

-          viene data grande enfasi agli aspetti iconici, simbolici e grafici in genere.

 

Nel modello delle mappe concettuali invece:

-          la mappa si sviluppa dall’alto verso il basso, a partire da un concetto iniziale;

-          la logica è connessionista,

-          la struttura generale delle connessioni è di tipo inclusivo, dal generale al particolare, dal sovraordinato al. sottordinato;

-          oltre a quelle di inclusione, tra i concetti sono possibili anche relazioni trasversali;

-          le relazioni tra i nodi sono orientate e soprattutto devono essere esplicitate, in linea di massima attraverso indicatori forti, quali verbi e connettivi;

-          la relazione tra due concetti costituisce una proposizione;

-          l’insieme della mappa ha una struttura di significato che è data da concetti, relazioni, proposizioni.

-          se le relazioni non sono esplicitate con un’etichetta precisa, la mappa perde di significato, fino a non averne del tutto.

 

Oltre alle mappe concettuali e mentali, per rappresentare la conoscenza possiamo poi utilizzare diversi tipi di connessioni tra blocchi di testo, graficamente contornati e collegati tra loro da segmenti, a volte etichettati a volte no, Insomma, sto parlando degli schemi. Tra questi si collocano certamente i diagrammi a blocchi, spesso ma non sempre ad impostazione gerarchica e classificatoria: gli schemi non hanno infatti un modello logico esplicito e utilizzano anzi una sintassi definita di volta in volta: sono insomma una modalità più libera, ma a volte più difficile da condividere con altri.

 

A titolo puramente orientativo e quindi senza alcuna velleità prescrittiva, credo di poter affermare che gli schemi possono essere utilizzati per riassumere e visualizzare; le mappe mentali per il brainstorming e per l'accertamento dello stato delle conoscenze all'inizio di un percorso formativo, le mappe concettuali per momenti più complessi e "maturi" di rappresentazione, per esempio l’esplicitazione delle conoscenze acquisite nel procedere e al termine di un’attività didattica.

 

Un altro aspetto che va precisato è questo: i vari modelli logico-operativi per la rappresentazione della conoscenza non sono assolutamente opposti l’uno all’altro né tanto meno  in contrasto.. Sono purtroppo frequenti i tentativi di alcuni autori, ma soprattutto di alcuni produttori di software, di sostenere la superiorità dell’ uno rispetto all’altro e di presentarli come alternativi o, peggio, inconciliabili; io penso invece che essi nel concreto dell’attività didattica possono e devono piuttosto essere integrati tra loro.

 

I programmi per la realizzazione di rappresentazione della conoscenza sono ormai davvero molti[4]: qui non ci interessa fare graduatorie, ma piuttosto riflettere sui contributi alla riflessione che possono derivare da una loro analisi. Bene, Knowledge Manager® e Conception® offrono all’interno di un unico ambiente modelli per la rappresentazione delle conoscenze esplicitamente diversi, tra cui compaiono appunto le “mappe concettuali” e le “mappe mentali”. A seconda della nostra scelta l’interfaccia assumerà particolari caratteristiche e potremo utilizzare funzioni specifiche.

 

Si tratta di uno snodo logico sostanziale e di un passaggio operativo fondamentale, la cui importanza va sottolineata, perché:

-          riconosce e marca con forza e chiarezza la necessaria distinzione tra diverse rappresentazioni della conoscenza;

-          supera una contrapposizione che non giova a nessuno, soprattutto in campo educativo, e che alimenta dibattiti[5], tanto accesi quanto dannosi, su quale metodo sia “il migliore”;

-          offre ambienti in cui oggetti, loro proprietà e procedure e processi ad essi applicabili sono coerenti con i modelli teorici di riferimento: all’utente scegliere quale sia il più adatto ai suoi scopi, dei quali deve per altro essere consapevole.

 

Dall’autore di Conception®, Tom Conlon dell’Università di Edinburgo, ci arriva poi, a commento a illustrazione del suo software, un contributo molto significativo, che riprende e risolve in modo molto utile alcune questioni di base relative alle “mappe”. Egli situa infatti sia le “concept maps” sia le “mind maps” dentro le “information maps”, in cui comprende per altro, come vedremo, anche altri formalismi di rappresentazione della conoscenza.

 

Sintetizzo la sua esposizione con una mappa concettuale:

 

 

 

La classificazione di Conlon:

  1. supera in modo molto convincente una contrapposizione come già detto dannosa, sia sul piano teorico sia su quello didattico;
  2. con le “information maps”definisce in modo chiaro una categoria più ampia, un concetto sovraordinato e maggiormente inclusivo, in particolare rispetto alla frequentissima e generica indicazione “mappe”, che concilia e integra i propri elementi in un insieme più ampio e coerente e quindi più ricco di significato rispetto alle precedenti posizioni;
  3. propone e formalizza tipologie di mappe meno note e frequentate rispetto alle “mentali” e alle “concettuali”;
  4. indica nella specificità dei linguaggi visivi (=regole di elaborazione di ciascun tipo di “mappa informativa”) l’elemento che unifica e nello stesso differenzia i diversi tipi di rappresentazione della conoscenza;
  5. individua negli aspetti topologici la sintassi unificante di costruzione del significato delle “mappe informative”;
  6. risalto alla specificità conferita dal supporto digitale (nella mappa in figura abbiamo tradotto con “grande flessibilità operativa” il termine originale “elasticity).

 

Vediamo ora alcuni aspetti di Conception® concentrandoci sulle diverse e nuove tipologie di mappe e sul loro possibile impiego nella didattica.

 

All’avvio compare questo menu, che ci propone diverse  rappresentazioni della conoscenza:

 

 

Per realizzare una mappa concettuale possiamo scegliere tra diversi tipi di layout (“Concept map large”, “Concept map normal”, “Concept map small”): in tutti i casi avremo accesso a un ambiente in cui costruire con pochi e semplici passaggi una rappresentazione con le caratteristiche della prima immagine di questo articolo: nodi che possono assumere forme diverse collegati tra loro da segmenti orientati e con un’etichetta nominale, le relazioni, in piena coerenza con la logica connessionista (“qual è il legame tra X e Y?”)

 

Se invece intendiamo elaborare una mappa mentale, dobbiamo scegliere l’opzioneMind map”: l’ambiente consentirà di realizzare una rappresentazione fatta di nodi che possono sempre assumere forme diverse, ma che sono collegati tra loro da segmenti non orientati e privi di etichetta, in piena coerenza con la logica associazionista (“definito il nodo X, mi viene in mente Y”)

 

Nell’uno e nell’altro caso avremo la possibilità di collegare ai nodi un link a un file residente sul nostro pc, in rete locale e su Internet. Potremo quindi realizzare una “Web Map”. Tom Conlon suggerisce di utilizzare a questo scopo soprattutto il modello della mappa concettuale, perché la possibilità di differenziare le relazioni e di dare loro un nome valorizza la funzione di guida e di orientamento di una “mappa per il web”, ma non esclude di impiegare a questo scopo la struttura della mappa mentale

 

Vediamo una “mappa argomentativa” (“Argument Map”), strumento per la conduzione e la registrazione di un dibattito, di grande interesse in primo luogo per l’educazione linguistica, ma utilizzabile anche in altri ambiti disciplinari, come strumento individuale e/o per il lavoro di gruppo.

 

Se scegliamo questa rappresentazione siamo all’interno di un ambiente che ci consente di utilizzare tre moduli collegabili tra loro: “Main claim” (=asserzione); “Reason” (=ragione a sostegno); “Objection” (=obiezione a confutazione), con i quali condurre e/o sintetizzare la nostra argomentazione.

 

Si osservi in figura come il gioco dei colori verde e rosso aiuti a cogliere meglio il filo del ragionamento: sono verdi tutti i nodi che di fatto sostengono (anche in quanto obiezioni a obiezioni) l’affermazione principale e sono rossi tutti gli elementi che le si oppongono (anche in quanto ragioni di obiezioni).

 

Osserviamo ora una mappa per prendere una decisione (“Decision maker”), che a sua volta può essere impiegata in un’ampia gamma di contesti didattici e disciplinari:

 

Abbiamo a disposizione tre moduli: “Decison making” (ciò su cui si deve decidere, “Option” (“Opzione”, una delle possibilità da scegliere, su cui decidere), “Factor” (“Fattore, Criterio” con cui decidere). Nell’ambiente è possibile tracciare relazioni tra fattori e opzioni a cui assegnare i valori (+2, +1, 0, -1, -2) a seconda che l’opzione sia molto positiva, positiva, neutra, negativa, molto negativa in rapporto al criterio.

 

Restano da vedere le mappe per la progettazione di ricerche o indagini[6] (“Project plan”), la cui versatilità didattica è di nuovo molto evidente . Ecco allora la progettazione di un itinerario di ricerca sull’uso delle mappe nella didattica:

Come si vede sono disponibili quattro livelli: la tematica su cui costruire il progetto di ricerca, l’affermazione da verificare, le “domande” a cui rispondere e gli strumenti per trovare le risposte.

 

Approfondire e verificare in rete

Per scaricare Conception 1.2

http://www.parlog.com/conception.html

Per scaricare Cmap Tools 3.X

http://cmap.ihmc.us/download/index.php

Mappe concettuali nella didattica

http://www.pavonerisorse.to.it/cacrt/mappe/

Comunità italiana sulle mappe concettuali a scuola

http://map.dschola.it/

Percorso di autoformazione orientativa sulle differenze tra le diverse rappresentazioni della conoscenza;

http://www.pavonerisorse.to.it/cacrt/mappe/mappec.htm

Percorso di autoformazione per l’approfondimento dell’impiego didattico delle mappe concettuali.

http://www.pavonerisorse.to.it/cacrt/mappe/mappewq.htm

Il testo originale di Tom Conlon

http://www.peg2003.org/peg2003docs/Conlon.doc

Traduzione in italiano del testo di Conlon

http://www.dschola.it/confortic/979/Information%20mapping.pdf

 

Scheda informativa sui programmi per realizzare rappresentazioni della conoscenza

Mappe concettuali e mentali

Axon Idea Processor

http://web.singnet.com.sg/~axon2000/

Knowledge Manager

http://www.knowledgemanager.us/KM-KnowledgeManager-it.htm

Inspiration

http://www.inspiration.com/

Kidspiration (per bambini)

Smart Ideas

http://www.smarttech.com/

Wmap

http://www.far.unito.it/wmap/

Mappe mentali

Concept Draw Mind Map

http://www.conceptdraw.com/

Decision explorer

http://www.banxia.com/dexplore/demo.html

Freemind (freeware)

http://freemind.sourceforge.net/

Fuzzy Map

http://www.geocities.com/fuzzymap/treechart.zip

HeadCase

http://www.bignell.de/cont_ie.htm

Mind Finder

http://www.mindfinder.de/download.htm

Mind Genius

http://www.mindtools.com/pages/main/newMN_CT.htm

Mind Mapper

http://www.mindmapper.com/

Mind Mapper jr (per bambini)

Softneuron

http://abonasoft.netfirms.com/softNeuronFr.html

Thinkgraph (freeware)

http://www.thinkgraph.com/

Visimap

http://www.visimap.com/

Visual Concept

http:// www.visual-concept.co.uk/download.htm

Visual Mind

http://www.visual-mind.com/MindMapdownload.htm

X-spigola (ambiente online)

www.liceoeleonora.com/xspigola/

Mappe dinamiche –

 Rappresentazioni della conoscenza in cui è possibile variare il “focus”, ovvero il nodo posto al centro

Inxight Star Tree Studio

http://www.inxight.com/products/st_studio/

Personal Brain

http://www.thebrain.com/

 



[1] Con questa espressione, ormai entrata nell’uso gergale, si intende il Piano Nazionale di Formazione alle competenze tecnologiche e informatiche del personale docente della scuola, a cui ha dato inizio la C.M. 55/2002, raggiungibile, insieme ad altri materiali informativi, a partire da http://monfortic.invalsi.it/.

[3] Per i dettagli cfr. la tabella a chiusura dell’articolo.

 

[4] Cfr. la tabella in calce all’articolo per le relative indicazioni.

[5] Si veda per esempio http://www.mappementali.com/

[6] Dopo un’attenta lettura, mi è sembrato necessario tradurre in questo modo l’espressione originale -  quindi non soltanto “mappe per la progettazione”