Stimolo alla scrittura e alla progettazione

di un testo con lo strumento informatico

Marco Guastavigna, Francesca Sacco

[pubblicato in Insegnare 10/90]

 

 

 

 

Presentiamo due esperienze di uso mirato di uno strumento informatico semplice, "The Newsroom1", che ci sembrano esemplificative della concreta possibilità di un inserimento nella scuola di questa nuova tecnologia in funzione delle esigenze didattiche. Nel primo caso ragazzi con problemi dì apprendimento lo hanno utilizzato come stimolo alla scrittura; nel secondo caso una classe ha utilizzato il medesimo prodotto come strumento propedeutico alla progettazione del testo. Il lavoro è stato svolto negli scorsi anni scolastici presso una scuola media torinese.

 

Lo strumento

Il programma "The Newsroom" (Springboard, 1984) è un prodotto che funziona sia in ambiente MS-DOS sia sugli Apple Il sia sui Commodore 64, destinato di per sé a simulare la redazione di un giornale, e che noi abbiamo utilizzato secondo un'ottica più generale, cioè come ambiente per elaborare produzioni linguistiche in cui associare allo scritto l'immagine. Esso si compone infatti di una parte di videoscrittura e di una parte di gestione di disegni contenuti in un dischetto fornito insieme al programma oppure prodotti dagli utenti. Più precisamente, "The Newsroom" fornisce all'utente un ambiente di lavoro diviso in 6 moduli (laboratorio fotografico, scrittura, elaborazione della testata, impaginazione, comunicazione via modem, stampa) a ciascuno dei quali si accede da un menu2 generale. L'ambiente di lavoro è di estrema semplicità d'uso e d'apprendimento, poiché la comunicazione avviene per lo più in forma analogica - un cestino per la spazzatura, ad esempio, simboleggia l'operazione di distribuzione del lavoro - e poiché i tasti da memorizzare sono pochissimi. La struttura ad albero del programma, che prevede che il passaggio dall'uno all'altro modulo avvenga sempre attraverso il menu principale, consente inoltre di definire e distinguere in modo netto le procedure con cui lavorare all'elaborazione del testo. Queste caratteristiche permettono di superare molto rapidamente la difficoltà dovuta al fatto che il programma parli in lingua inglese: anche un ragazzo con difficoltà di apprendimento rilevanti può rendersi infatti sufficientemente autonomo (ridurre cioè in modo netto la necessità di mediazione dell'insegnante) nel lavoro.

 

L'uso con gli allievi portatori di handicap

 

L'idea iniziale - a.s. 1987-88 - era molto semplice. Usare un prodotto facile per far scrivere i ragazzi, sfruttando lo stimolo dato dalle immagini e i vantaggi materiali dati dalla scrittura elettronica (facilità di correzione, eliminazione della necessità frustrante della riscrittura totale, produzione di testi finali sempre puliti e quindi gratificanti). In realtà i ragazzi sono andati al di là delle nostre aspettative. La figura 1 è un esempio di uno dei primi lavori. In esso Martina ha realizzato una storia che la vede come protagonista. Lo spunto e lo stimolo sono stati dati dall'aver ritrovato nel laboratorio fotografico la figura con la torta e dal fatto che in quei giorni ricorreva il suo compleanno. Lo sviluppo della vicenda segue poi con rigidità il criterio "ad ogni episodio deve corrispondere una figura con testo"3. Decidere tale criterio e renderne consapevole Martina è stato molto importante perché è ciò che le ha permesso di definirsi una chiara procedura di lavoro. L'esperienza si è venuta connotando così non soltanto come momento di uso dello stimolo visivo quale pretesto per la scrittura, ma anche come approccio ad una strutturazione consapevole del testo. Si sono prodotte così molte storie. Il più delle volte i ragazzi hanno fatto riferimento a esperienze personali da verbalizzare con l'aiuto delle immagini oppure hanno prodotto racconti di fantasia che li avevano come protagonisti, a volte separatamente, a volte insieme. I racconti di fantasia sono stati spesso stimolati dalla voglia di usare un certo disegno e/o di immedesimarsi in una certa situazione. Da un certo momento abbiamo assistito al fatto che i ragazzi organizzavano la loro elaborazione non più a partire da una sola immagine, ma con l'accostamento e la combinazione di più di una di esse. La crescita della confidenza con l'uso del programma ha messo in moto meccanismi molto interessanti. Se nei primi lavori quello visivo fungeva da stimolo d'inizio, dopo poco esso ha cominciato a connotarsi anche come finale a cui arrivare e, per uno dei tre allievi, pure come momento interno alla storia da raccontare, intorno a cui organizzare il resto della vicenda (è il caso della figura 2). Allo stesso modo: se in un primo tempo i ragazzi esaminavano i disegni e, in modo abbastanza casuale, sceglievano il primo che per i motivi più diversi ricordava loro un certo momento del vissuto personale, successivamente è stato possibile definire prima l'esperienza da narrare e cercare poi disegni adatti a rappresentarla, a volte anche in forma ironica.

L'uso con la classe

L'anno successivo si è deciso di utilizzare in modo diretto "The Newsroom" come strumento interno ad un più generale discorso didattico di propedeutica alla progettazione testuale, e di usarlo con tutta la classe. Esso infatti è concepibile in astratto come strumento di produzione su carta di una o più pagine, ciascuna delle quali è composta a sua volta di pannelli, ciascuno dei quali può contenere uno o più immagini, testo, oppure le due cose insieme. Il "pannello" è quindi l'unità modulare di lavoro, e la "pagina", (o la serie di pagine) oltre che come rappresentazione fisica del testo può essere concepita come il suo elemento di organizzazione. Su questa base è partito il lavoro del 1988-89. La classe, una prima, si è posta il compito di realizzare con "The Newsroom" il testo "La prima B e i suoi insegnanti fanno naufragio". La scelta del titolo ci è sembrata congruente con i disegni del programma che ben si prestano ad essere usati in chiave ironica e parodistica. Si è proceduto in questo modo:

  1. si sono sfogliati i disegni alla ricerca di spunti narrativi, idee, congruenti con il contesto creato dal titolo;
  2. individuati i disegni, si sono realizzati a gruppi gli episodi, con la consegna un episodio - un pannello;
  3. si sono montati gli episodi in pagine che sono poi state stampate e riprodotte in più copie;
  4. le pagine sono state sottoposte a critica e revisione collettive. Su di esse cioè si sono compiute operazioni di correzione e di raccordo, come esemplificato in figura 3. Si notino i rettangoli a rappresentare i "pannelli" mancanti; e. si è poi provveduto a correggere ed a elaborare i "pannelli" necessari a rendere il testo compiuto (fig. 4).

Gli aspetti significativi di questa seconda esperienza ci sembrano i seguenti:

- l'uso delle immagini ha facilitato e vivificato la raccolta delle idee;

- lo strumento ha defatigato e quindi reso naturale la necessità di una fase di revisione, ortografica e formale, ma anche di coerenza e di efficacia;

- il far corrispondere in modo preciso episodi e "pannelli" ha permesso di manipolare gli snodi della narrazione in modo molto intuitivo, spostando, cancellando. inserendo... unità testuali dotate di una concretezza e di una duttilità altrimenti sconosciute.

Note

1 Cfr. infra. Un'ampia recensione di "The Newsroom" è contenuta in Soncini, Quaderni di Informatica, De Agostini, Novara, 1990.

2 Con questo termine il gergo informatico definisce le liste dì operazioni che di volta in volta il software può compiere ed in particolare il modo con cui esse sono presentate all'utente.

3 Nel linguaggio di "The Newsroom", un "panel", "pannello".

4 Ci scusiamo del fatto che alcuni degli aspetti comici non possono essere colti pienamente perché fortemente contestualizzati.