Un profilo professionale aperto - di Marco Guastavigna
(pubblicato su “Insegnare” 4-2006)
Il titolo riprende quello della comunicazione che ho presentato al seminario “Migraciòn de Windows a Linux desde el punto de vista del puesto de trabajo” che ho tenuto a Buenos Aires l’8 e 9 luglio 2005 nel corso di “El software libre en el ambito educativo. Debates y experiencias”, iniziativa appartenente al progetto internazionale Integra. Riporto le linee essenziali del ragionamento che ho sviluppato, perché ritengo che possano, se non avere valore paradigmatico, almeno contribuire ad arricchire il dibattito su un uso davvero efficace delle TIC nel percorso formativo.
Il seminario è stata un occasione di confronto e riflessione sulle autentiche ragioni dell’impiego del software Open Source nella didattica e nella formazione degli insegnanti. La mia presentazione era infatti ulteriormente sottotitolata, in modo quasi provocatorio, “Coexistencia pacifica entre Windows, Linux y Mac OSX”, per far comprendere immediatamente che volevo evitare di cadere nelle logiche autoreferenti della gran parte dei ragionamenti “tradizionali” sull’Open Source, che lo descrivono e propugnano soltanto in contrapposizione al software proprietario (per il cui uso è necessario pagare royalties), e che intendevo piuttosto fornire un orientamento generale su di esso ed analizzarne un possibile rapporto con la didattica. Scopo del seminario insomma era consentire ai partecipanti, insegnanti argentini di ogni ordine di scuola, di operare nei loro istituti, analizzandone bisogni ed attività pregresse, allo scopo di progettare attività rivolte ai ragazzi, ma anche formazione e affiancamento attivo dei colleghi. L’idea-guida era infatti questa: conoscere e saper usare il sistema operativo e le applicazioni Open Source sono elementi di crescita delle prospettive operative e soprattutto della consapevolezza socioculturale, della visione di insieme, della capacità di confronto e di autonoma valutazione. È prioritario insomma puntare su di un docente utilizzatore consapevole e critico delle TIC, che sappia valorizzarne le potenzialità operative e cognitive nella relazione didattica, ma anche impiegare gli strumenti digitali nell’insieme delle sue attività professionali.
Perché l’OS a scuola?
Ci sono in primo luogo motivazioni di carattere socioculturale:
· l’accesso al codice sorgente, la libera ridistribuzione, l’esplicita esclusione di discriminazioni di singoli, di gruppi o di campi di applicazione sono aspetti della “logica” Open Source che hanno in sé un valore educativo prima ancora che tecnico;
· il software Open Source ha da tempo trovato in campo internazionale e nelle singole nazioni spontanei canali di comunicazione e di diffusione all’interno di singole scuole, di reti di istituti, di gruppi di insegnanti;
· il dibattito generale sulle valenze economiche e socioculturali dell’introduzione del software Open Source in rapporto con le prospettive di sviluppo generale dei vari Paesi è in crescita costante.
Un contatto più ravvicinato con il mondo Open Source e in particolare con gli sviluppatori e i “curatori” di programmi e di distribuzioni della “galassia Linux”, mettono poi in luce altri aspetti molto importanti:
· Linux nasce e cresce, quantitativamente e qualitativamente, come prodotto di rete, su base collaborativa, che fa dell’espansione e dell’adattamento alle diverse situazioni un principio fondante: i modelli operativi non sono pertanto imposti, ma proposti, e ciascun soggetto, se ne è capace, può ridefinirli e rimetterli in circolo;
· i diversi programmi e le diverse distribuzioni si caratterizzano spesso perché sono il risultato della fatica di autentici “addetti ai lavori” di specifici settori, cioè di persone o gruppi che hanno deciso di costruire (o di adattare) un ambiente digitale in modo da avere risposte il più possibile soddisfacenti ai bisogni di elaborazione da loro direttamente individuati e definiti; ciò ha come conseguenza un’accresciuta, esplicita e consapevole dimensione socio-culturale dell’operazione di progettazione, realizzazione, diffusione dei singoli software e delle distribuzioni.
La logica operativa del seminario.
Nel corso delle attività seminariali, condotte con PC attrezzati con l’installazione 10.0 di Mandrake, i partecipanti hanno verificato direttamente come anche un utente che non abbia mai visto Linux riesca quasi immediatamente a familiarizzare sia con l'ambiente in generale sia con tutte le sue numerose articolazioni; tutte le distribuzioni più recenti si basano infatti su KDE, che è, insieme a GNOME e ad altre, una delle possibili interfacce grafiche di Linux. Più in generale: tutti i sistemi operativi più diffusi, commerciali od Open Source, utilizzano ormai un’interfaccia grafica, perché essa valorizza, com’è noto, la nostra capacità cognitiva profonda di rielaborare simboli, di dare e confermare senso e significato alle icone del computer attraverso ipotesi, prove e verifiche. Le ragioni dell’impiego e della diffusione di un'interfaccia grafica per rappresentare e risolvere il rapporto tra personal computer e utente stanno del resto proprio nel suo proporci oggetti e procedure senza costringerci ad averle in memoria o a ricorrere a supporti esterni rispetto alla macchina che dobbiamo governare per agire: è un elemento di progresso, di effettiva amplificazione delle nostre potenzialità cognitive ed operative, la cui importanza nella relazione educativa e per la diffusione dell’uso delle tic in tutte le categorie di utenti è quasi superfluo sottolineare. Accanto a questo si colloca la piena portabilità dei dati e dei files tra i diversi ambienti: un documento scritto, per esempio, può ormai circolare tra macchine Windows, macchine Linux e macchine Mac OS X con la piena garanzia di leggibilità e modificabilità.
Implicazioni culturali e formative di carattere generale
Quanto appena esposto ha conseguenze molto importanti: non solo l’uso del software Open Source non è per nulla limitante rispetto a quello di quello commerciale e proprietario, ma siamo ormai in grado di concepire, progettare e attivare forme di approccio, e di conseguenza attività di orientamento e percorsi di formazione sull'uso del personal computer, assolutamente indipendenti sul piano cognitivo dal sistema operativo usato: se eravamo in realtà da tempo in grado di individuare nei principali programmi applicativi (per esempio nei principali ambienti di videoscrittura) alcuni evidenti modelli logico-operativi trasversali, ora siamo nelle condizioni di analizzare secondo una logica trasversale e quindi molto potente anche il complesso dei sistemi operativi e quindi ciò che concerne le operazioni fondamentali di gestione e amministrazione del personal computer. Parte del seminario si è imperniata proprio su questa analisi fondante e, anzi, ho presentato ed utilizzato una tabella di corrispondenza tra software Windows e risorse Linux, disponibile per i lettori all’indirizzo http://www.noiosito.it/tabla.htm.
Siamo ormai in una fase matura. La formazione all’uso delle TIC nella didattica deve evitare inutili totalitarismi e può e, forse deve integrare tra loro tutte le opportunità presenti nell’universo della comunicazione digitale, comprendendo tra esse il software Open Source, per perseguire un obiettivo strategico davvero alto, ovvero sulla descrizione, la comprensione, la diffusione di modelli logico-operativi trasversali, ad ampia trasferibilità.
Una più facile attribuzione di senso e di significato alle diverse componenti dell’interfaccia ha del resto valenza inclusiva nei confronti della grande maggioranza dei possibili utenti perché consente inoltre di identificare più rapidamente obiettivi di azione, di comunicazione, di elaborazione precisi, il cui riferimento al profilo professionale per gli insegnanti, e al successo formativo per gli allievi, si renda chiaro ed esplicito fin da subito: più di quel che c'è "dentro" il computer o "dentro" il software, alla scuola interessa infatti quanto c'è “dentro” il rapporto tra tecnologie digitali e individui.
Quali difficoltà sono prevedibili nell’introdurre il software Open Source?
Linux si diffonde essenzialmente per distribuzioni, alcune delle quali di installazione davvero molto semplice, soprattutto quando si dedichi il pc interamente ad esse, senza prevedere di conservare anche Windows. La distribuzione comprende infatti non soltanto il sistema operativo, ma numerosissimi programmi destinati alle più diverse funzioni, all’interno dei quali si possono scegliere quelli di nostro interesse specifico. Le cose si fanno più complicate quando si voglia installare un software non direttamente previsto dalla distribuzione, perché non sempre l’operazione è semplice, le istruzioni sono chiare, la procedura va a buon fine. In occasione del seminario, per esempio, abbiamo presentato il programma Open Source Freemind, che ci ha dato l’occasione di ragionare sulle mappe mentali, così come Cmap Tools in versione Linux ci ha permesso di far comprendere in modo rapido e rigoroso le caratteristiche delle mappe concettuali. Orbene, installare il secondo software è da tempo un gioco da ragazzi, mentre riuscire a far funzionare il primo richiede un know how rilevante e che non si può dare per scontato. La struttura del file system di Unix su cui si appoggia l’interfaccia grafica di Linux è per certi aspetti diversa da quella di Windows. In Linux ogni oggetto digitale è un file, per cui la rappresentazione per cartelle e per file è prevalente rispetto a quella per dispositivi tipica delle Risorse del computer di Windows e questo può generare qualche confusione, soprattutto quando si inserisca e si faccia riconoscere al sistema un pen-drive, qua visualizzato come icona e là descritto come “path” di Unix. Più in generale: la dinamicità e l’impostazione cooperativa descritte nei paragrafi precedenti hanno anche risvolti problematici: non si sono infatti ancora sufficientemente consolidati standard procedurali e di interfacciamento con programmi e dispositivi, ovvero quelle certezze operative e cognitive che costituiscono la base di riferimento necessaria per una diffusione massiccia di una tecnologia. Anche per questo la funzione di mediazione che il seminario ha affidato ai partecipanti è fondamentale e basilare per il successo della loro attività professionale.
Le distribuzioni live
Molto utili per una prima esplorazione dell’ambiente Linux possono essere le distribuzioni Live. Esse hanno l’interfaccia grafica e sono in grado di avviare un PC con questo sistema operativo e rendendo disponibili numerosissimi programmi di vario genere, senza dover operare alcun cambiamento sui PC utilizzati. Si tratta, insomma, di un modo indolore per provare il sistema operativo Open Source. Nel corso del seminario ne abbiamo esplorate parecchie, italiane, spagnole, argentine, francesi, di tipo generale o rivolte specificamente alla didattica. Per usarle, non sono necessarie alcuna modifica del PC utilizzato né alcuna particolare e/o astrusa “pratica” tecnologica, se non agire sul BIOS del computer qualora questo non preveda l’avvio da CD. Anche sul disco rigido della macchina impiegata non viene realizzata alcuna modifica: è insomma certa la piena integrità del sistema operativo originale e degli altri files presenti. Nonostante ciò, le distribuzioni funzionano in modo del tutto analogo ad una effettivamente installata sul PC e consentono quindi di rendersi conto di quale sia il loro impianto complessivo e di quali ambienti di lavoro siano disponibili da ciascuna. È garantita la portabilità dei dati (dall’html, ai principali formati grafici, ad Open Office) ed sempre possibile salvare su dischetto; in alcuni casi sono poi riconosciuti anche i pen-drive più diffusi ed è quindi possibile lavorare simulando le condizioni ordinarie di uso del sistema operativo Linux e verificandone le possibilità di interazione con quelli tradizionalmente usati, magari per inerzia. L’utente interessato ad un’installazione permanente, infine, può trovare sul cd stesso o via Internet le istruzioni per procedere a questa operazione.
In rete per approfondire
Progetto Integra |
http://www.integraproject.org |
Rete Dschola |
http://www.dschola.it |
“Un perfil profesional abierto” |
http://xoomer.virgilio.it/marcoguastavigna/argentina/img0.html |
Tabella di corrispondenza tra Windows e Linux - originale |
http://linuxshop.ru/linuxbegin/win-lin-soft-spanish/index.shtml |
“Il software Open Source entra in classe” – V. Papucci, INDIRE |
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Gleducar - Hacia una participación cooperativa en la sociedad de la Información (Argentina) |
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eduKnoppix – distribuzione Live |
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So.di.Linux – ITD CNR di Genova |
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Didatux – linux live nella scuola primaria |
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Linux in Extremadura |
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Distribuzioni live varie |