PROGRAMMA DI SVILUPPO DELLE TECNOLOGIE DIDATTICHE: QUALE "FAMILIARIZZAZIONE"?
di Marco Guastavigna(pubblicato in Insegnare, 3/1999)
Per definire in modo analitico il concetto di familiarizzazione con una tecnologia di comunicazione che sia davvero lontana dai fin troppo diffusi riduzionismi centrati sul funzionamento delle "macchine" e che collochi invece al primo posto le esigenze di autentica comprensione di studenti e insegnanti, può essere utile riferirsi a questa distinzione di quattro aspetti generali, o "attributi" dei mezzi tecnici di comunicazione:
Attributo |
Descrizione sintetica |
Fissazione |
Conservazione delle forme simboliche o delle informazioni su mezzi caratterizzati da diversi gradi di resistenza nel tempo (pietra, pergamena, carta, legno, pellicola, supporto magnetico) |
Riproduzione |
Capacità di produzione di più copie di una forma simbolica o di una informazione; tale riproducibilità va evidentemente da molto bassa (pietra) a molto alta (mezzi elettronici) |
Distanziazione spazio-temporale |
Accessibilità spazio-temporale, ovvero separabilità della forma simbolica o dell'informazione dal contesto di produzione senza perdita di efficacia comunicativa; anch'essa può essere molto bassa (conversazione faccia a faccia) o molto alta (testo scritto) |
Capacità, competenze e forme di conoscenza coinvolte nell'uso |
Regole e procedure per codificare e decodificare le forme simboliche o le informazioni: "conoscerle a fondo non significa necessariamente essere in grado di formularle in modo chiaro e esplicito; significa piuttosto saperle usare nella pratica, sapere come andare avanti - come direbbe Wittgenstein" |
Secondo questo modello avere familiarità con un mezzo di comunicazione significa saper consapevolmente rispondere a queste domande:
Su quale supporto conservo le informazioni e quali sono le sue caratteristiche?
Come faccio per produrre più copie delle informazioni?
Quale accessibilità spazio - temporale ho a disposizione con il mezzo?
Quali regole e procedure devo conoscere per "andare avanti"?
Esse consentono certamente di meglio articolare il concetto di familiarizzazione.
A mio giudizio, però, alle quattro precedenti va aggiunta una quinta domanda ("Quali forme simboliche o informazioni produco o ottengo con il mezzo di comunicazione?"), tanto banale quanto cruciale. In assenza di una risposta a una domanda di senso infatti gli altri "attributi" del mezzo di comunicazione divengono del tutto inutili. Bisogna insomma in primo luogo sapere a che cosa serve il mezzo e che cosa ci si può fare in un dato contesto. Questo è ancor più vero per una macchina complessa e potente come un PC multimediale, che sempre più offre la medesima interfaccia complessiva e il medesimo impianto materiale di insieme per funzioni tra loro diverse, a cui fa corrispondere moduli operativi sempre più simili tra loro negli aspetti tecnici e differenziati invece proprio dal senso e dallo scopo - scrivere per sé piuttosto che per altri, elaborare dati numerici, utilizzare le informazioni di Internet, lavorare sulle immagini e sulla grafica e così via.
Riassumendo: avere familiarità con un mezzo di comunicazione quale il PC multimediale significa saper consapevolmente rispondere a queste domande:
Cosa posso fare con questo particolare modulo operativo (quali informazioni tratta?)
Quale accessibilità spazio - temporale ho a disposizione con il mezzo? (a "chi" sono destinabili le informazioni?)
Su quale supporto conservo le informazioni e quali sono le sue caratteristiche?
Come faccio per produrre più copie delle informazioni?
Quali regole e procedure devo conoscere per "andare avanti"?
Sono anzi convinto che rispondere alle richieste di senso sia il vero elemento fondante del patto formativo da stabilire in occasione dell'aggiornamento professionale degli insegnanti. Credo infatti che i colleghi abbiano il diritto di cominciare la loro esplorazione con un'esperienza intellettuale globale con le nuove risorse di comunicazione, per poter fin da subito a cogliere i sensi e gli scopi del loro uso, nonché le connesse possibilità di modificare e migliorare i contesti formativi. È molto facile fare due esempi: le modificazioni operative e cognitive indotte nel processo di elaborazione delle informazioni dalla affermazione del supporto flessibile di scrittura da una parte, il rapporto tra abilità di studio, processi mentali e strutture ipertestuali dall'altra. A questa prima fase seguirà un'esplorazione analitica delle potenzialità delle nuove risorse di comunicazione, descritte in termini pedagogici e cognitivi. Solo successivamente, magari con l'assistenza e il tutoraggio di colleghi più esperti, sarà possibile e utile un addestramento "tecnico", meglio se coniugato con la progettazione o l'adattamento di percorsi formativi per gli allievi.