Ciò che vedi è ciò che vuoi significare – di
Marco Guastavigna, pubblicato su Insegnare, 7-8, 2006
Il titolo dell’articolo è una traduzione
dell’inglese “What you see is what you mean”, spiegazione delll’acronimo
“WYSIWYM”, che accompagna alcuni particolari programmi di scrittura, tra
cui Lyx. Lyx appartiene alla categoria dei “document processor”, che si
differenziano dai “word processor”, perché sono pensati con il preciso
scopo di rappresentare, sostenere e realizzare l’insieme di processi di
scrittura di testi la cui struttura (Layout,
nel linguaggio del programma) sia in ampia misura condivisa ed esplicita e,
soprattutto, sia in qualche modo scomponibile “a priori” in componenti
logico-testuali alle quali siano assegnabili caratteristiche tipografiche e
visive univoche. Via via che il documento verrà
strutturato e steso, poi, i suoi diversi elementi costitutivi diverranno
addirittura “navigabili” attraverso un apposito menu. Lyx è stato
concepito per
rispondere alle esigenze di chi deve scrivere documentazioni di carattere matematico e
scientifico, ma le sue funzionalità sono state rapidamente estese ad altri tipi
di testi. Per questo motivo, se utilizzato per le sue valenze cognitive, può
avere un impiego didattico decisamente ampio e
proficuo, come ambiente con il quale avviare e percorrere un itinerario
consapevole di progettazione, impostazione ed organizzazione logica e
concettuale di testi di vario tipo. Il programma, in sintesi, obbedisce a
“regole” di strutturazione e di composizione, che variano
al variare del testo che si sceglie di scrivere; a ciascuno dei testi che Lyx
ci aiuterà a realizzare è infatti assegnabile a priori una precisa e netta identità
formale. Le potenzialità di guida del processo di
scrittura di un testo da parte del software, in origine destinato a scrittori
sufficientemente competenti, si basano anzi proprio su questo. Imparare a utilizzarlo, soprattutto inizialmente come strumento di
orientamento e di analisi delle identità testuali, delle strutture e delle loro
componenti, richiede un livello di astrazione abbastanza alto e Lyx è quindi
adatto soprattutto alla scuola superiore. Per altro, il programma è disponibile
per Windows, Macintosh e Linux, è open source e può
quindi essere distribuito agli studenti in modo del
tutto libero. Vediamo ora le sue caratteristiche operative fondamentali. Ho
accennato prima al Layout: accedendo alle sue funzioni
è possibile impostare lo stile complessivo di Lyx per comporre diversi tipi
di articolo e di libro, rapporti, relazioni, memo, lettere, ma anche
diapositive da presentare in pubblico. A seconda dello
stile scelto, avremo impostato una diversa struttura di massima del documento.
Sarà ad esempio possibile una suddivisione in capitoli, oppure potremo dividere
il nostro lavoro soltanto in sezioni, oppure ancora non sarà previsto che effettuiamo suddivisioni. Le scelte di impostazione
iniziale avranno effetti immediati e visibili anche mentre scriveremo il
documento. Nella gran parte dei casi, per esempio, la prima riga sarà il titolo
del nostro lavoro, e come tale avrà caratteristiche tipografiche precise, che
la differenzieranno in modo molto preciso da quanto seguirà, per
cui nella maggioranza dei casi saranno adatte quelle standard,
associate al flusso di base del testo che andiamo a comporre. Facciamo ora
l’ipotesi di aver scelto di scrivere un articolo: per la sua composizione
avremo a disposizione i seguenti elementi costitutivi potenziali, le cui
caratteristiche possono entrare in gioco in due modi, o selezionandole prima di
scrivere una certa parte del testo o assegnandole a posteriori ad una porzione
selezionata:
-
data, autore;
-
editore;
-
soggetto;
-
abstract;
-
indirizzo;
-
dedica;
-
parte;
-
capitolo;
-
sezione, sottosezione, sottosottosezione;
-
descrizione;
-
etichettatura;
-
paragrafo, sottoparagrafo;
-
elencazione, puntata e numerata;
-
intestazione;
-
commento;
-
citazione;
-
vari tipi di titolazione.
-
Il programma fornisce anche alcuni template
(Layout e strutture di riferimento), utilizzabili per
adeguare in modo molto preciso il proprio lavoro ad un modello predefinito: per
esempio, chi vuole scrivere un articolo secondo le impostazioni della comunità
di Linux può scegliere il template linuxdoc_article, ma troviamo anche modelli
per le diapositive elettroniche o per contributi scientifici agli atti a stampa
di un convegno. Questo archivio, magari tradotto tutto o in parte, può anche
essere utilizzato dagli insegnanti per esemplificare e spiegare l’architettura
del programma e può poi via via essere arricchito di modelli eventualmente
prodotti dal gruppo classe.
In rete, per provare
Lyx – The document processor |
|
Documentazione in italiano |
http://www.geocities.com/lacocio/documenti/it_Tutorial.pdf.gz |